Il 01/07/2011 si è svolto in Marocco il Referendum sulla Riforma Costituzionale proposto da Re Mohammed VI. Oltre il 72% degli aventi diritto, ha partecipato alla votazione ed il 98% ha votato “SI”. Ancora una volta Re Mohammed VI è riuscito a conquistare l’appoggio del suo popolo.
La Riforma prevede tra l’altro la limitazione dei poteri del Re, che non sarà più considerato “sacro”, ma solo “inviolabile”, il rafforzamento dei poteri del Primo Ministro, maggiori diritti civili per le donne e l’equiparazione della lingua “Berbera” come lingua ufficiale del paese.
Per i sostenitori del “SI” si tratta di un importante passo verso la democratizzazione, ma gli attivisti del Movimento giovanile del 20 Febbraio disconoscono i risultati resi pubblici.
La nuova carta costituzionale è un progetto di marocchini per i marocchini.
Garantisce maggiori diritti e libertà, rispetto e difesa dei diritti fondamentali dell’Uomo.
Libertà di espressione, di stampa e di opinione.
Riconosce l’identità pluralista ed aperta della società marocchina e istituzionalizza la lingua berbera “amazigh” come lingua ufficiale del regno, dopo l’arabo. Vengono riconosciute l’identità ebraica-marocchina e quella saharaoui, dando inizio al riconoscimento dell’autonomia della Regione del Sahara occidentale.
Il Re si impegna altressì ad attuare la separazione dei poteri, anche se rimane il garante della continuità nazionale, Principe dei Credenti “amir al mu’imin” , Capo si Stato Maggiore delle forze armate reali e Capo del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il Primo Ministro diventa un attore politico ed il Parlamento detiene il potere legislativo esecutivo.
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Barbara
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